Genitorialità
Due cose dobbiamo donare ai nostri figli:
le radici
e
le ali.
DETTO DEL QUEBEC
le radici
e
le ali.
DETTO DEL QUEBEC
Parlavamo della coppia e dei suoi equilibri armonici recuperando la metafora dell'orchestra, diciamo che la nascita di uno o più figli possa paragonarsi all'entrata in scena della grancassa!
Ironia a parte, l'inizio di una nuova vita è evento di una potenza e potere paragonabile in intensità forse solo al suo opposto, la perdita: miti, archetipi e simboli ci comunicano frequentemente quanto l'intreccio fra questi due eventi portentosi sia riconosciuto e significativo fin dall'alba dei tempi.
Dopo la nascita, il genitore abbraccia un "nuovo" individuo che talvolta rievoca un "vecchio" passato che si riaffaccia fresco e nitido a volte come insegnamento, a volte come disagio, questo dipende dalle questioni in sospeso che ciascuno dei genitori ha con se stesso ed il proprio periodo infantile o meglio, trascorso filiale.
Inutile dire che la coppia subisce notevoli scossoni di assestamento, ma credo che gli ostacoli e le gratificazioni portati dal diventare ed essere genitori siano elementi che con costanza e continuità mettono alla prova le qualità di adattamento e cooperazione della coppia stessa.
Le varie fasi della crescita dei figli, possono porre diverse nuove sfide sia ai genitori che ai figli stessi che all'intera famiglia.
E' importante lavorare affinchè queste sfide assomiglino più ad un gioco fra le parti, piuttosto che ad una gara fra i componenti della stessa squadra, il rischio potrebbe essere quello di un autogoal decisivo sull'intera partita. Per evitare che ciò accada è bene interventre con tempestività quando già il clima negli spogliatoi risulta teso. A questo punto l'intervento dello psicoterapeuta potrebbe essere fortuito per ripristinare il clima di squadra e ricordare che non esiste il giocatore perfetto o la partita perfetta così come, parafrasando Bettelheim non è ragionevole aspirare ad essere genitori perfetti, ma passabili:
...per una buona educazione dei propri figli, non bisogna cercare di essere dei genitori perfetti, nè tantomeno aspettarsi che lo siano o che lo diventino, i noistri figli. La perfezione non è alla portata del normale essere umano, e l'accanimento nel volerla raggiungere è inevitabilmente d'ostacolo a quell'atteggiamento di tolleranza verso le imperfezioni altrui, comprese quelle dei figli, che solo, rende possibili rapporti umani decenti. E' invece alla portata di tutti essere genitori passabili, vale a dire, genitori che educano bene i figli.
Tenendo in grande considerazione le indicazioni di questo autore, il mio metodo d'intervento sulla genitorialità spesso si avvale della esperienza vissuta come educatrice nelle scuole oltre che della formazione in psicoterapia, gli incontri spesso assumono la connotazione di interveti di tipo educativo ed informativo con l'obbiettivo di ex-ducere ("portare fuori") le migliori risorse genitoriali per essere "genitori passabili".
Ironia a parte, l'inizio di una nuova vita è evento di una potenza e potere paragonabile in intensità forse solo al suo opposto, la perdita: miti, archetipi e simboli ci comunicano frequentemente quanto l'intreccio fra questi due eventi portentosi sia riconosciuto e significativo fin dall'alba dei tempi.
Dopo la nascita, il genitore abbraccia un "nuovo" individuo che talvolta rievoca un "vecchio" passato che si riaffaccia fresco e nitido a volte come insegnamento, a volte come disagio, questo dipende dalle questioni in sospeso che ciascuno dei genitori ha con se stesso ed il proprio periodo infantile o meglio, trascorso filiale.
Inutile dire che la coppia subisce notevoli scossoni di assestamento, ma credo che gli ostacoli e le gratificazioni portati dal diventare ed essere genitori siano elementi che con costanza e continuità mettono alla prova le qualità di adattamento e cooperazione della coppia stessa.
Le varie fasi della crescita dei figli, possono porre diverse nuove sfide sia ai genitori che ai figli stessi che all'intera famiglia.
E' importante lavorare affinchè queste sfide assomiglino più ad un gioco fra le parti, piuttosto che ad una gara fra i componenti della stessa squadra, il rischio potrebbe essere quello di un autogoal decisivo sull'intera partita. Per evitare che ciò accada è bene interventre con tempestività quando già il clima negli spogliatoi risulta teso. A questo punto l'intervento dello psicoterapeuta potrebbe essere fortuito per ripristinare il clima di squadra e ricordare che non esiste il giocatore perfetto o la partita perfetta così come, parafrasando Bettelheim non è ragionevole aspirare ad essere genitori perfetti, ma passabili:
...per una buona educazione dei propri figli, non bisogna cercare di essere dei genitori perfetti, nè tantomeno aspettarsi che lo siano o che lo diventino, i noistri figli. La perfezione non è alla portata del normale essere umano, e l'accanimento nel volerla raggiungere è inevitabilmente d'ostacolo a quell'atteggiamento di tolleranza verso le imperfezioni altrui, comprese quelle dei figli, che solo, rende possibili rapporti umani decenti. E' invece alla portata di tutti essere genitori passabili, vale a dire, genitori che educano bene i figli.
Tenendo in grande considerazione le indicazioni di questo autore, il mio metodo d'intervento sulla genitorialità spesso si avvale della esperienza vissuta come educatrice nelle scuole oltre che della formazione in psicoterapia, gli incontri spesso assumono la connotazione di interveti di tipo educativo ed informativo con l'obbiettivo di ex-ducere ("portare fuori") le migliori risorse genitoriali per essere "genitori passabili".