La disciplina ha radici lontane, che risalgono fino all’antica Grecia, ma la sua storia specifica è solo di qualche decennio. Tra gli anni ’50 e ’60, infatti, si è cominciato a sottolineare con maggior insistenza la relazione esistente tra incidenza della malattia fisica ed aspetti di vita stressanti, mentre negli anni ’70, si sono manifestati dei segnali di rinnovamento culturale sui temi della salute, sottolineandone la caratteristica di bene non solo individuale, ma anche collettivo.
Negli USA (1976) si forma il primo gruppo di lavoro all’interno dell’American Psychological Association (APA) e nel ’79, per voce del primo presidente, Matarazzo si definisce la Psicologia della Salute come:
“Insieme dei contributi specifici della disciplina psicologica alla promozione ed al mantenimento della salute, alla prevenzione ed al trattamento della malattia ed all’identificazione dei correlati eziologici, diagnostici della salute, della malattia e delle disfunzioni associate.”
In Europa, invece, la prima Conferenza di Psicologia della Salute viene realizzata nell’86 dalla Società Europea di Psicologia della Salute (ESHP).
In Italia vi sono state una serie di iniziative che hanno segnato delle tappe significative nel percorso di istituzionalizzazione della nuova disciplina, a partire dal 1987. Nel giugno del ’97 si è costituita la Società Italiana di Psicologia della Salute (SIPS) ed ha dato vita ad una rivista che rappresenta il punto di riferimento sia su tematiche teoriche e di ricerca di base, sia su strumenti applicativi pratici e su esperienze di interventi effettuati nei vari contesti.
I motivi che hanno favorito lo sviluppo di questa disciplina sono vari:
1) Il cambiamento delle cause principali di mortalità: mentre all’inizio del ‘900 prevalevano le malattie infettive, adesso prevalgono malattie croniche-degenerative, cardiovascolari e/o dovute a situazioni e comportamenti non sani.
2) Fattori economici: dagli anni ’70 ci si è resi conto che la spesa sanitaria è eccessiva, per cui si è ritenuto giusto che è meglio “prevenire che curare” dato che prevenire significa diminuire i fattori di rischio ed agire su quest’ultimi.
3) Contributo della psicologia: la psicologia moderna offre metodi di intervento efficaci e approcci che consentono l’applicazione di nuove conoscenze nell’ambito della salute. L’auspicio di coloro che si occupano di Psicologia della Salute, infatti, è quello di portare avanti la promozione della salute, intesa come benessere complessivo della persona nel suo contesto socio-ecologico.
Attualmente esistono diversi tipi di formazioni inerenti a questa disciplina, quello da me conseguito è un percorso formativo quadriennale post lauream che conferisce il titolo di Specialista in Psicologia della Salute. Il titolo di specialista consente l’iscrizione alla lista degli psicoterapeuti. per saperne di più: http://www.psicologia.unibo.it/it/attivita-didattica/scuola-di-specializzazione-in-psicologia-della-salute